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Il Blocco Strategico: quando dati e desideri si incontrano

Nel cuore dell’elaborazione di un piano strategico aziendale, ci si trova immersi in un avvincente viaggio, dove i desideri ardenti dei clienti si intrecciano con i dati oggettivi, tracciando il percorso della crescita aziendale. Questo viaggio, come un’epica esplorazione, è pieno di misteri da svelare e sfide da superare. Prima di immergersi nei dettagli, è importante fare un passo indietro per comprendere appieno cosa sia esattamente un piano strategico.

Cos'è un Piano Strategico?

Un piano strategico non è semplicemente un insieme di cifre e obiettivi, ma piuttosto il riflesso dei sogni e delle aspirazioni dell’azienda. È il documento fondamentale che traccia la direzione e le azioni necessarie per raggiungere gli obiettivi a lungo termine. Questo piano comprende analisi del mercato, obiettivi di crescita, strategie di marketing, pianificazione finanziaria e altri elementi chiave che guidano le decisioni aziendali. Tuttavia, la fusione dei dati con i sogni può rivelarsi un’impresa delicata. Spesso ci si trova di fronte a un crocevia in cui la razionalità dei numeri si scontra con l’emozione dei desideri del cliente. Ed è proprio questa combinazione che può talvolta complicare il processo decisionale, portando a un vero e proprio “blocco strategico”. È come se gli individui fossero degli scrittori che si trovano davanti a una pagina bianca, desiderosi di plasmare le parole per creare un capolavoro, ma afflitti dal terrore della sterilità creativa. Ci si ritrova così a fissare i dati e le proiezioni senza riuscire a trasformarli in azioni concrete. Il cuore accelera, l’ansia aumenta.

Il Fulcro Strategico

Ecco che quindi, nonostante le sfide incontrate lungo il percorso, il focus principale rimane sempre quello di supportare il cliente nel raggiungimento dei suoi obiettivi. Ciò deve essere imprescindibile, anche quando ci si trova immersi nel caos del processo decisionale. È come se uno scrittore, trovando finalmente l’ispirazione, si lasciassero guidare dal personaggio principale della propria storia. Il cliente diventa quindi il protagonista della narrazione strategica, illuminando il cammino e guidando attraverso le tenebre del dubbio e dell’incertezza. Attraverso un dialogo costante e profondo con il cliente, l’azienda non solo acquisisce una maggiore comprensione delle sue necessità e aspirazioni, ma stabilisce anche un legame empatico che alimenta la collaborazione e la costruzione di una relazione solida e duratura. In questo contesto, ogni decisione strategica diventa un capitolo importante, orientando l’azienda verso l’orizzonte dei successi futuri.

Infine, quando il tempo stringe e la scadenza si avvicina, giunge il momento della rivelazione. È in questo momento che bisogna allontanarsi abbastanza da poter vedere il quadro nel suo insieme, senza però perdere di vista ciò che il cliente veramente desidera. In conclusione, il processo di elaborazione di un piano strategico è un viaggio ricco di sfide ed emozioni, ma anche di opportunità e crescita. È solo attraverso il coraggio di affrontare le sfide delle decisioni che si può emergere con una visione chiara e un piano che illumina il cammino verso il successo aziendale.

Autore: Veronica Tinti, Business Development Consultant
(Market & Strategy)

Descrivere se stessi è come fare la telecronaca di una corsa automobilistica seduto sugli spalti: un’unica prospettiva di una parte della pista in un solo momento. Per fare una telecronaca bisogna trovarsi o davanti ad una moltitudine di schermi o talmente in alto da vedere tutto il circuito, ecco quindi che per descrivere sé stessi in maniera esaustiva bisogna uscire e guardarsi da fuori.
Una bazzecola vero?
Mi chiamo Veronica, mi occupo di marketing e strategie e sono un’esploratrice di mondi.
Ascolto, sento, osservo e guardo, cerco di cogliere le sfumature che ogni persona porta con sé per poterle essere utile nell’individuare il proprio obiettivo e/o il modo più efficace per raggiungerlo. Ho una formazione variegata, con le radici di tipo umanistico e una chioma tecnica coltivata tramite gli studi in ingegneria meccanica.
Il mio mantra è: “Il meglio deve ancora venire” perché sono convinta che la costante ricerca dentro e fuori di sé sia ciò che serve per trovare l’equilibrio.

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